Digitalizzazione, l’indice DESI 2020 ci vede in fondo alla classifica europea

Prima una sconfortante Caporetto digitale, poi una chiara e fedele rappresentazione di una realtà avvelenata a cui la percezione quotidiana ci sta abituando pericolosamente.

Queste sono le sensazioni che può provocare la lettura del rapporto sull’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index – DESI) 2020 recentemente pubblicato a cura della Commissione Europea.

La seconda potenza industriale dell’Europa peggiora la sua posizione nel percorso di digitalizzazione: nel rapporto 2020 è 25a su 28 Paesi quando nell’anno precedente era 23a su 28 Paesi.

l’Italia regredisce in termini relativi anche se registra un incremento dell’indice di quasi il 5%: il fatto si spiega con la velocità dell’Europa Unita nel suo complesso che incrementa l’indice del 6,5% aumentando il divario con l’Italia.

Il rapporto va letto tutto per cogliere la complessità della situazione italiana. Il meglio dell’Italia digitale è l’infrastruttura peraltro poco sfruttata. Il peggio è il Capitale Umano.

Incredibilmente tanti Centri di eccellenza per ricerca e formazione, forse distratti in cerimonie autoreferenziali, non sono stati in grado di assumere la Leadership culturale e sbloccare una situazione che appare senza prospettiva.

O forse le prospettive ci sono: il Ministro Patuanelli ha lanciato un suo nuovo piano (Transizione 4.0) il Ministro Pisano ha il suo nuovo Piano Nazionale Innovazione.

O forse il problema è proprio nei tanti diversi nuovi piani e nei pochi contraddittori risultati conseguiti.

Ma questa mancanza di approccio olistico è un’altra storia…